21 Luglio 2016
3 minuti

Cosa succede se il calcio incontra Pokemon Go


Il motivo per cui amo Sportellate sta per buona parte in questa pagina. Quando mi è stato chiesto se avevo voglia e tempo di scrivere un pezzo su calciatori e Pokemon ho pensato: solo loro possono farmi questa domanda senza avere la minima paura di pubblicare una cosa cheap, banale, orientata al click-bait. Vanno a caccia di Mewtwo con una Mega Ball, spavaldi. Se si può fare, certamente si può fare su Sportellate. Quindi grazie.


Ah certo, adesso arriva quello che parla di Pokemon Go e di calciatori, come se non ci avessero pensato già tutti e fosse una novità.

Perché, non si può?

In fondo tutti noi abbiamo delle manie, dei problemi irrisolti con la nostra psiche. Io non ho ancora smesso di pensare ai mesi, agli anni in cui il Game Boy era una prolunga della mia mano. A tutti i pseudo-naïf che chiedono sarcastici se nel giro di un anno finirà la razza umana per colpa della nuova app chiedo: forse voi 15 anni fa non eravate immersi in Borgo Foglianova? Se la risposta è no, non state leggendo questa pagina. Do per scontato che sì, voi eravate lì esattamente come me, e probabilmente anche il calcio parla al vostro cuore, di tanto in tanto.

Ecco allora qualche suggestione, dei divertissement a cavallo tra mostri giapponesi e campioni europei, forse a dimostrazione che sia i Pokémon sia il calcio parlavano e parlano a noi, alle nostre pulsioni, alle nostre aspirazioni e ai nostri sogni.


PEP GUARDIOLA - NINETALES

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Eleganti, raffinati, alla perpetua ricerca del trionfo nella bellezza e nella poesia. Roventi e di fuoco quando serve ma sempre con una vena di superiorità morale rispetto all'avversario.


MARIO GÖTZE - METAPOD

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Tutti lo aspettavano Butterfly, soprattutto dopo il gol decisivo in finale di Coppa del Mondo due anni fa. Eppure Mario ha avuto un'involuzione psicologica e tattica forse senza precedenti nel Bayern di Guardiola. Da promessa farfalla pronta a spiccare il volo a bruco nostalgico del suo ramo: tornerà a volare a Dortmund?


LOUIS VAN GAAL - JIGGLYPUFF

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Pericolosissimo, ma per il suo essere soporifero. Potresti prepararti al pomeriggio di Premier League più eccitante di sempre e ritrovarti dormiente sul divano dopo 10 minuti di palleggio sterile dello United. Dicono che i Reds abbiano cambiato allenatore ma molti di noi devono ancora svegliarsi. Ji-ga-lyyy.


GARETH BALE - RAPIDASH

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Sempre al galoppo, sempre più infuocato. Un purosangue abituato a scorrazzare in giro per l'Europa, capace di imprimere con il proprio passo il ritmo alla partita e agli avversari.


VARDY, MAHREZ E OKAZAKI - DUGTRIO

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Inafferrabili, imprevedibili, sotterranei. Un trio abituato allo sfuggire alle marcature avversarie, a destreggiarsi tra le linee, a scampare ai pericoli e a imprimere veloci il contropiede contro l'avversario. Se il trio dovesse separarsi quest'anno sarebbe un vero peccato: l'evoluzione di Diglett chiede tre componenti per una imprevedibilità totale.


LUIS SUAREZ - RATTATA

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Inevitabile.


DIEGO SIMEONE - VICTREEBEL

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Preparati a una fine lenta e dolorosa tra atroci sofferenze. Sembra innocuo il caro Victreebel, quasi impossibilitato al movimento. Eppure le sue caratteristiche sono più nascoste, quasi meschine. Il suo è un gioco ragionato, calcolatore, attendista ma al tempo stesso sanguinario. Il peggior carnefice del campo di gioco è quello che sta fermo e nasconde la mano.


RAFA BENITEZ - PSYDUCK

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Non prendetelo in giro, commettereste un grave errore. Il pacioccoso Psyduck appare buffo e in qualche modo innocuo, eppure sfodera delle ondate di energia quando meno ce lo si aspetta. Soprattutto nei momenti che contano: momenti che Psyduck sa riconoscere alla perfezione. Serate infrasettimanali soprattutto.


BARZAGLI, BONUCCI E CHIELLINI - DODRIO

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Sperare che i tre possano avere pace è del tutto vano. In realtà i tre sono una cosa sola, unica e indivisibile. Aumentano il livello di ignoranza e violenza a seconda delle necessità, e non hanno nessuna paura di aggredire l'avversario. Sulla loro schiena prende posto il padrone, per gli amici Gigi.


MEW - MESSI

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Quei lineamenti infantili che tradiscono. Quelle dimensioni ridotte che ingannano. Una potenza infinita espressa sul campo di gioco. Qualcuno dice di averlo visto dal vivo: nel caso, è davvero fortunato.


PAUL POGBA - CHARIZARD

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Il suo allenatore lo sa. Charizard è arrivato a un livello troppo grande per Ash. Non è più controllabile, ha bisogno di maggiore libertà, di spiccare il volo verso altre mete. Il suo allenatore lo capisce, si copre gli occhi col cappello e gli indica la strada. Ciao Charizard, è stato bello finché è durato. Un saluto anche da Pikachu-Dybala.


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