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3 min

- di Luca Vargiu

W-Factor


Oltre la linea c’è un mondo pallonaro che molti non conoscono. Oltre la linea ci sono i dirigenti, gli allenatori, gli osservatori, gli agenti, i faccendieri, i genitori e i tifosi. Oltre la linea gli interventi a gamba tesa non sono mai sanzionati. Oltre la linea la visuale è diversa. Oltre la linea ci sono storie da raccontare.


Strategia.
Si può discutere se efficace o meno, intelligente o meno, opportuna o meno, azzardata o meno, ma si tratta di strategia.

Il calciomercato ai tempi dei social è anche questo, e anche Wanda Nara lo sa. Sa perfettamente come utilizzare la rete per raccogliere clic, consensi (e insulti), e fare comunque notizia. Lo ha fatto condividendo con l'umanità intera i successi relativi alla sua carriera nel mondo dello spettacolo, fotogramma dopo fotogramma, ma anche mettendo in piazza qualcosa di più personale come la turbolenta fine del matrimonio con Maxi Lopez e gli aspetti più intimi relativi ai suoi affetti, amori, figli e del nuovo compagno, vuoi che non lo faccia per mettere sotto pressione la società del marito?

Del resto è o non è il procuratore di Mauro Icardi?

Anche Mino Raiola, il procuratore sicuramente più famoso al mondo (e forse oggi non il più potente) utilizza i media per lanciare messaggi alle società, creare casi e notizie per alzare il livello d'attenzione sui suoi assistiti. Lo fa a modo suo, paragonando i giocatori a quadri dal valore inestimabile per esempio oppure facendo complimenti a giocatori che sono nel mirino, il suo ovviamente.

Strategia. Sempre strategia.

Tutto a uso e consumo del mondo del pallone non giocato che oramai necessita di notizie 24/7, non importa se vere, verosimili, inventate, basta che ci siano, in abbondanza. Certo poi c'è il fatto che il panzone di Raiola è sicuramente meno attraente del culo della Wanda, e in un'epoca dove il "bomberismo delinquenziale" va di moda (non siete un po' stufi voi?), una foto di una procuratrice procace che ammicca fissando l'obiettivo a corredo di una notizia vale molto in termini di clic e condivisioni e tutto quello che ne consegue, critiche incluse. Pure pesanti perché la tastiera tira fuori il peggio di noi anche su faccende pallonare. Ma anche questo Wanda Nara lo sa.

La questione non è quindi chiedersi se Wanda Nara possa fare o meno il procuratore sportivo, perché può, e avrebbe potuto farlo anche prima della deregulation del 2015 (leggi qui) che ha abolito l'Albo Agenti, perché coniuge, genitori, fratelli o sorelle potevano ricevere l'incarico senza aver sostenuto l'esame previsto per tutti gli altri, ma domandarsi se questo nuovo modo di operare e comunicare sia il metodo giusto per far valere le ragioni o le richieste di un professionista del pallone.

Ho sempre sostenuto che la figura del procuratore (agente), se preparata e competente, fosse necessaria per un calciatore, ma con il passare del tempo ho visto sempre meno professionalità e più improvvisazione e soprattutto nessun interesse a qualificarla come avrebbe meritato. I procuratori sono il male del calcio? Lo dicono in molti e forse è vero vedendo certe persone che oggi si muovono nel mercato del pallone, ma non sono certo gli unici colpevoli. Non sono soli però, sono in ottima compagnia. Quale? Quella di direttori sportivi, dei presidenti e di tutti gli altri personaggi cui mancano le competenze che il ruolo dirigenziale richiede. Bisognerebbe ricordarlo quando si limita il problema al solo mondo dei procuratori, porterebbe a una analisi più corretta.

Ecco quindi che la questione non riguarda solo la consorte di Icardi ma tutto il movimento che purtroppo sta diventando sempre più leggero nel gestire le trattative, perché se è fastidioso (per alcuni, non per tutti però) leggere le richieste cinguettate dei procuratori da quel grande ufficio stampa che sta diventando Twitter, lo è forse di più vedere le società rispondere allo stesso modo.

Che poi fissare un appuntamento tra le parti, dove discutere a quattro, sei oppure otto occhi potrebbe essere una soluzione, no?


 

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Luca Vargiu nato a Genova nel 1971 con due mesi di anticipo e nel giorno di Pasqua, ha iniziato fin da subito a disturbare i piani delle persone che la domenica pensano di stare tranquilli. Agente di calciatori non per passione ma per sfida, non campa grazie al pallone. Cresciuto in Gradinata Nord ama il calcio così tanto da odiarlo spesso, ha scritto di calcio in alcuni libri (Procuratore? No, grazie! - Oltre la linea – Contrasti, storie di calcio sospeso, Vincolo 108 e dintorni, Ancora oltre la linea) e minaccia di continuare a farlo.

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