
- di Edoardo Stilli
Svizzera, progetto integrazione
Nel 1998 la Francia vinceva la coppa del mondo con una squadra che era il manifesto dell'integrazione. Pochi mesi prima del successo firmato da una nazionale il cui uomo simbolo era un franco-algerino, era stata promulgata una legge che consentiva, a chiunque fosse nato su territorio francese ed avesse vissuto lì per almeno 5 anni, di ottenere la nationalité française. La Svizzera che si presenta a Euro 2016 è, come la Francia del '98, figlia dell’integrazione di secondo livello: figli di immigrati nati e cresciuti in Svizzera. Sono allenati da un serbo con 3 cittadinanze e che parla otto lingue.
Sono solo 6, infatti, i giocatori di ascendenza elvetica della nazionale rosso crociata: Schönbächler, Hitz, Widmer, Lichtsteiner, Von Bergen e Stocker. La differenza enorme, abissale, con la Francia di Zidane sta nell'aspetto politico. Se nel '98 la vittoria sublimò il progetto di integrazione del governo, la Svizzera calcistica è in completa opposizione a un paese che, pur facendo degli stranieri la più grande risorsa di forza lavoro, ha ancora difficoltà ad accettarlo. In quest'ottica, la presenza dell'Albania nello stesso girone darà ancora più importanza alla partita inaugurale. Non è solo il derby dei fratelli Xhaka, infatti, ma di un'intera nazione dato che la Svizzera conta più di 30.000 cittadini kossovari.
La nazionale che sta per esordire a Euro 2016 è probabilmente la più forte che ci sia mai stata, tant'è che il miglior risultato di sempre in una manifestazione continentale è già stato eguagliato con la qualificazione alle fasi finali e, come testimoniano le 7 vittorie nelle qualificazioni che hanno fruttato un secondo posto alle spalle dell'Inghilterra - con 5 punti di vantaggio sulla Slovenia terza - il superamento del record non è per niente utopistico.
I numeri ottenuti durante il cammino di qualificazione lasciano infatti ben sperare: 2,4 gol fatti di media in 10 partite, anche se questo è un dato poco veritiero data la presenza di San Marino nel girone, 0,8 subiti, e solo 3 sconfitte, di cui 2 con l'Inghilterra. Da contraltare ci sono però le sbavature palesate contro la Slovenia, ossia la squadra che ha conteso agli svizzeri il pass per la Francia. Passi lo 0-1 maturato all'andata fuori casa, ma nella sfida di ritorno la Xhaka e soci sono riusciti a vincere solo con una rimonta spettacolare da 0-2 a 3-2. Un'impresa che mette sì in luce il carattere del collettivo, ma che accendere anche i riflettori su dei problemi a livello difensivo e di esperienza nelle partite importanti che in un torneo breve come un europeo possono rivelarsi fatali.
Punti forti e uomini chiave
La nazionale di Petkovic è una delle poche squadre che non si baserà sul blocco di un club né su quello di un campionato nazionale, anche se molti dei convocati provengono dalla Bundesliga. In porta Sommer garantisce la costruzione della manovra dal basso che chiede Petkovic, alzandosi molto spesso tra i centrali difensivi in fase di possesso proprio per aiutare a girare il pallone.
Sommer tra Schar e Klose gestisce l'uscita palla.
Sulle corsie Lichtsteiner e Ricardo Rodriguez costituiscono forse la coppia di terzini più completa dell'intero torneo, nonché uno dei punti di forza della rosa. Lo juventino è abituato a giocare a tutta fascia come prevede il gioco della Svizzera, il mancino del Wolfsburg abbina a delle qualità balistiche incredibili sia da fermo che su situazione dinamica una fisicità dirompente ma, al netto della superiorità tecnica, avrà bisogno che sia Lichtsteiner a indietreggiare per coprirlo.
Non sono molte le formazioni della manifestazione che possono contare su due laterali bassi in grado di sovrapporsi con costanza come Rodrgiuez e Lichtsteiner, creando quella superiorità numerica che gli consente di andare al cross o alla conclusione. È probabilmente questo il motivo per il quale, almeno nella partita inaugurale, Mehmedi dovrebbe essere preferito a Embolo, più capace di giocare in velocità grazie alle verticalizzazioni di Xhaka che di colpire di testa.
Il centrocampo è il vero cardine del gioco di Petkovic, dove Xhaka il trascinatore dell'intera squadra, è colui che gioca più palloni. Ai suoi lati la coppia Behrami-Dzemaili, molto importante per coprire le due coppie di esterni in fase di possesso. La scarsa attitudine al sacrificio di giocatori come Shaqiri, resa ancora più evidente dal pressing alto che gli svizzeri operano in fase di non possesso, rende i due ex Napoli i primi difensori una volta che l'avversario salta la prima linea di pressing degli attaccanti, che arriva anche al limite dell'area di rigore. Tra i due maggiori responsabilità a Behrami, chiamato a coprire Shaqiri.
Shaqiri che rappresenta la grande variabile dell'attacco. L'ex Inter agisce sia da esterno che da trequartista, e i suoi continui cambi di posizione ridisegnano la tattica base più volte a partita. In questo continuo cambi di posizione lo aiutano anche i due compagni di reparto, in quello che definire un 4-3-3 è un po' riduttivo, dato che Seferovic e Mehemdi, o Embolo, riescono a disporsi in maniera funzionale ai suoi movimenti, alzando anche la prima linea di pressing fino al limite dell'area di rigore avversaria.
Un ipotetico 11 titolare.
Punti deboli
La difficoltà più evidente palesata dalla Svizzera nelle gare di qualificazione è la scarsa reattività della squadra in fase di transizione da offensiva in difensiva. Se gli uomini di Petkovic perdono un pallone in zone offensive, operano subito una pressione molto intesa, che quando va a buon fine crea occasioni importanti data la velocità degli uomini offensivi. Ma che comporta che un'avanzamento della linea difensiva, nonostante Schar e Djourou, nessuno dei due particolarmente rapido, riesca a coprire la profondità.
Attenzione anche agli eccessi di confidenza di Lichtsteiner...
Petkovic sembra stia infatti pensando anche alla possibilità di Lang titolare, giocatore che probabilmente si adatta meglio alla tattica collettiva, viste le doti fisiche. Quello che non vorrei chiamare punto debole per ammirazione è Shaqiri, l'ago della bilancia di questa selezione. Dovrà riuscire a rispettare, un po' in ritardo, le aspettative che si avevano su di lui al suo arrivo all'Inter. Se dovesse però floppare, la manovra offensiva perderà buona parte del suo potenziale.
Pronostico
Il girone in cui è stata sorteggiata può permettere agli uomini di Petkovic di sognare in grande. Ovviamente la Francia è la favorita assoluta alla prima posizione, anche se lo scontro diretto all'ultima giornata potrebbe anche comportare la possibilità di uno sgambetto che avrebbe del clamoroso. Nel caso di piazzamento come seconda forza del girone, alla fase a eliminazione diretta la Svizzera dovrebbe vedersela con la seconda classificata del girone C, quindi verosimilmente una tra Ucraina e Polonia, due squadre alla portata degli elvetici. Allora, perché non pensare in grande?
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Nato il 24/08/1992, esattamente quindici anni dopo Denílson, mi vanto da sempre di avere il suo stesso talento anche se in campi diversi, sperando che almeno il mio non rimanga incompiuto a forza di pasos dobles. Iscritto all'università di Pisa in Scienze Politiche, dedico la mia vita allo sport e ai libri di Bukowski, Huxley e Palahniuk. Amo il calcio, la birra, Guccini, De André, Toni Servillo e il vero talento. Esteta del calcio, juventino di nascita e tradizione, ho donato il mio cuore a Camoranesi, che ultimamente sembra averlo girato a Dybala.
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