
- di Simone Grassi
Sergio Pellissier: a due passi dalla gloria
Al Chievo dal 2002. 98 gol in serie A, tutti con la maglia dei clivensi. Secondo miglior marcatore di sempre nella storia gialloblù. Grazie al Chievo ha esordito e segnato con la maglia azzurra. Grazie al Chievo ha giocato in Coppa Uefa e Champions League... o forse è il contrario, è il Chievo a dover ringraziare Sergio.
Sergio Pellissier, classe '79, dalla Valle d’Aosta a Verona.
Se mai dovessero chiedermi chi è stato il mio uomo fantacalcio in 10 anni abbondanti di attività, non avrei esitazione a rispondere: Sergio Pellissier. Ricordo ancora che lo fantacquistai nel 2002, alla sua prima stagione in serie A con la maglia dei "mussi volanti". Rientrava in Veneto dopo il prestito alla Spal e nessuno sapeva niente di lui. A me però mancava il famoso “sesto attaccante” per la mia fantasquadra. Quello che schieri solo se hai talmente sfortuna che gli altri cinque sono tutti infortunati o squalificati. Quello che compri a 1, tra gli sfottò degli amici. Quello che, alla fine, ti fa vincere il fantacampionato.
Ovviamente l’ultima frase non mi rappresenta, io che di campionati ne ho vinti davvero pochissimi, ma sempre col mio portafortuna in rosa. Quel Pellissier che ho visto crescere, maturare, segnare e sognare insieme al suo Chievo, di cui è diventato capitano indiscusso dal 2007.
Quando i cugini dell’Hellas prendevano in giro i rivali cittadini: "Il Chievo giocherà in A quando i mussi (asini) voleranno", probabilmente la punta 37enne stava prendendo le misure per le ali, prima di correre alla fattoria più vicina.
98 gol, dicevamo. Più di Van Basten, per intenderci. Certo, il numero di stagioni disputate nella massima serie non è paragonabile, ma il Chievo ha una media di 39 gol a campionato, da quando è in A.
Reti mai banali, mai gesti tecnico-atletici fini a sé stessi.
La prima gioia è datata 3 novembre 2002, 8a giornata di andata. A Parma la partita è inchiodata sullo 0-0 e Del Neri, al 63’, decide che è arrivato il momento di Sergio, al terzo spezzone di partita stagionale. Quando tutto sembra lasciar presagire ad un pareggio a reti bianche, il numero 31 anticipa Ferrari sul cross di Franceschini e regala il quinto posto in classifica provvisorio ai suoi compagni, al 94° minuto.
I primi 100 gol di Sergione con la maglia gialloblù.
In questi 14 anni di carriera al Bentegodi al suo fianco si sono alternati molti partner d’attacco: da Marazzina a Bierhoff, da Paloschi a Théréau, passando per Corradi e Bogdani. Chiunque abbia condiviso il campo con il bomber classe 1979 non ha potuto non notare le sue doti carismatiche e umane, prima che di grande giocatore.
"È stato per me un simbolo prima e un punto di riferimento poi, perché è un grande attaccante con cui mi sono allenato tutti i giorni. Ho cercato di carpirgli tante cose, tante caratteristiche tecniche e tattiche perché lui è un attaccante forte che ha segnato moltissime reti. Gli auguro di arrivare presto a quota 100 gol in serie A". (Alberto Paloschi, 1 febbraio 2016)
Il Maestro e l'allievo.
Attaccante spesso sottovalutato, perché legato ad un ambiente “di provincia”. Cercato da Roma e Lazio in passato, avvicinato anche al Milan. Proposte, reali o meno, che ci piace pensare non avrebbe mai preso in considerazione, dal momento che quella maglia gialloblu è ormai una seconda pelle per il valdostano. Casacca con cui ha raggiunto traguardi prestigiosi dal punto di vista personale e collettivo.
Emblematica, in tal senso, una data: 6 giugno 2009. La Nazionale di Lippi affronta l’Irlanda del Nord in amichevole a Pisa, prima di partire per la Confederations Cup. Molti debuttanti tra i convocati, tra cui il primo calciatore valdostano di sempre in azzurro: Sergio Pellissier.
Nel secondo tempo Lippi decide di farlo esordire, inserendolo al posto di Pazzini. Bastano 9 minuti all’ex Toro per inventarsi un gol eccezionale su assist di Brighi.
Ed è subito magia.
Oltre alle soddisfazioni personali, quelle di squadra. Tralasciando il fatto di giocare 13 stagioni su 14 nel massimo campionato italiano coi clivensi (neopromossi nel 2001), con Pellissier il presidente Campedelli agguanta anche l’Europa in più di un’occasione.
Nel 2006-'07 i preliminari di Champions League, in seguito al terremoto di Calciopoli, non sorridono a Sergio e compagni, usciti sconfitti dalla doppia sfida col Levski Sofia (stesso discorso il mese successivo nel primo turno di Coppa Uefa con il Braga). Identica delusione a quella del 2002, quando i veneti dovettero soccombere alla Stella Rossa nei preliminari di Coppa Uefa. Piccoli dispiaceri in un mare di soddisfazioni da quando capitan Pellissier veste la divisa del Chievo.
Soddisfazioni come quel 3-3 contro la Juventus, a Torino. Era il 2009, anno magico di Sergio che mise a segno 13 reti (record di segnature in A). In quel pareggio le sue marcature furono 3, per una tripletta rimasta storica dalle parti di Verona.
O come la doppietta al San Paolo nel 2010, contro il Napoli, nella vittoria per 3-1.
Imprese normali per chi considera il Chievo una grande squadra..
"Qui al Chievo mi sento a casa, questa è la mia dimensione. Una grande squadra? Tutti la sognano, ma penso che anche il Chievo sia da considerare una grande, per quello che in questi anni questa società mi ha saputo dare. Non ho rimpianti, non posso averne. Il Chievo me lo sento addosso e, credetemi, è una grande soddisfazione". (Sergio Pellissier, 22 settembre 2010)
Soddisfazioni come il gol contro il Genoa nella sconfitta per 3-2 del 2015. Un colpo di tacco, da parte dell’aostano, che fece il giro del mondo. A dimostrazione, se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, che nonostante le 36 primavere sulle spalle il numero 31 può continuare a insegnare calcio a molti. Sempre con umiltà, sempre mettendo davanti a sé il bene della squadra.
“Mattiello ha fatto un bellissimo cross: io mi son trovato sul primo palo e ho improvvisato. Ho scelto il tacco e mi è andata bene. Se hai voglia di dimostrare di poter fare ancora qualcosa di positivo, il gol arriva: mi dispiace che non sia servito a niente." (Sergio Pellissier, 18 ottobre 2015).
Pellissier alla Crespo.
Ormai avrete capito: con gol e dichiarazioni del genere puoi anche essere valdostano, giocare nel Chievo e non vestire la maglia numero 10. Puoi anche non essere paparazzato in discoteca nel post partita o preferire Vinitaly a Miami. Entri di diritto nell’olimpo dei migliori bomber italiani.
Quest’anno il tabellino ha scritto il nome di Sergio nella casella “marcatori” per 5 volte. E gli auguro che quel nome si possa leggere ancora 2 volte.
Arrivare a quota 100 gol in A sarebbe il giusto riconoscimento per un cannoniere silenzioso che ha scritto pagine di storia della Serie A.
Ancora più bello sarebbe superare il record di Bruno Vantini, a segno per 159 volte con la maglia del Chievo tra il 1952 e il 1971, quando i Mussi volavano però tra la Seconda Categoria e la Promozione. Una cifra che, alla luce dei suoi 37 anni e delle sue 123 reti in gialloblù, salvo clamorosi colpi di coda difficilmente riuscirà ad eguagliare.
Però aggiungine ancora due, Sergio.
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