
- di Santiago Tedeschi
Paulo Dybala in "sei flash"
A Torino ci sono piante che fioriscono in pieno inverno. Paulo Dybala, nuova stella della Juventus, non è un ragazzo la cui identità , sociale e calcistica risponda a coordinate esatte. Metà argentino, metà italiano, metà polacco; attaccante, esterno, trequartista. Lo si conosce come "la joya", il gioiello, ma è un soprannome che significa tutto e niente allo stesso tempo. Come uno di quegli insetti bastardi che ti interrompono il sonno e che quanto più si sentono più difficile è prenderli.
L'indefinizione è il miglior biglietto da visita per questo giocatore di soli 22 anni che ha guidato la rimonta dei bianconeri in serie A in questi ultimi mesi. L'unica certezza che lo accompagna, al giorno d'oggi, sono le impressionanti statistiche con le quali sta celebrando il suo arrivo ad un club storico del calcio europeo: ha già segnato 13 gol in campionato (16 complessivi), gli stessi siglati con la maglia del Palermo la passata stagione, e sfornato 8 assist, due in meno rispetto a 12 mesi fa. Leggete e guardate. Alle stelle del domani conviene aspettarle con calma.
Spoiler: gli stats incredibili della joya in bianconero, raffrontati a quelli del 2014-'15.
D'accordo, ora gioca da rifinitore e non più da finalizzatore, il che giustifica in un certo senso un maggior numero di passaggi offensivi e passaggi chiave.
Ma una miglior media realizzativa e di tiri in porta, personalmente è una sorpresa (fonte: squakwa.com).
La carriera di Paulo Dybala (Laguna Larga, Argentina, 1993) inizia con 15 anni e con un capitolo nero: la morte di suo padre. Fu a partire da quella triste perdita che il giocatore, che già da 5 anni giocava nella "cantera" dell'Instituto de Cordoba, decide andare via di casa e abitare nella pensione del club biancorosso. La sua velocità tra le linee e il suo istinto per finalizzare le giocate lo inseriscono nel club delle migliori promesse argentine. Il ragazzo corre in fretta verso il calcio professionistico. Fino a quando, come sempre succede in questo genere di racconti, all'adolescente si schiudono le porte dell'Europa. Dall'altro lato del telefono (e dell'oceano) si trovano i dirigenti del Palermo.
Il Dybala versione prima punta nel 4-3-3 dell'Instituto, stagione 2011-'12, in serie B argentina.
Un uomo d'area che per esplosivitĂ , opportunismo e capacitĂ di costruirsi la conclusione col sinistro mi ricorda Claudio "el piojo" Lopez.
Essere una giovane promessa in Italia pesa più di un macigno, a maggior ragione se i rosanero sganciano 12 milioni di euro, cifra record nella sua storia, per assicurarsi le prestazioni di un 19enne. Dopo un biennio 2012-'14 avaro di gol, cui ha fatto da contraltare un 2014-'15 in cui è cresciuto esponenzialmente, Dybala ad inizio estate è stato acquistato dalla Juventus per 40 milioni di euro - bonus compresi - convertendosi nell'acquisto più caro da quando Andrea Agnelli è il presidente del club bianconero (2010). Che fanno ancora più scalpore se consideriamo che parliamo di un giocatore che sarebbe andato in scadenza a giugno 2016. Le aspettative che generano le banconote spese non è l'unico ostacolo per l'astro argentino.
A Dybala gli viene chiesto di dirigere la ricostruzione di un progetto che ha perso, tra le altre cose, l'affidabilità del suo ultimo totale: Carlos Tevez. Semplice no?
Tendiamo sempre ad etichettare un giocatore in una posizione rigida da incastrare in un freddo modulo numerico. Ma entrare in questo gioco con Dybala è pericoloso. Possiede caratteristiche da "9", su quello non ci sono dubbi: decisivo nell'uno contro uno, killer in pochi metri e pericoloso addirittura nel colpo di testa. Ma a lui piace anche mettersi agli estremi del campo, specialmente nella parte destra, per lasciare sul posto il marcatore e cercare una ricezione vantaggiosa per il suo sinistro. Oltretutto, se si posiziona da trequarti e si associa con i compagni, ha un qualcosa di speciale nell'ultimo passaggio. In questo 2015-'16, per esempio, ha confezionato un assist per ogni due gol che ha segnato.
Ah, e poi il primo controllo.
https://youtu.be/Cm1XPJhqyTg
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Santiago Tedeschi, nato a Roma, classe '93. Appena laureato in Mediazione Linguistica e Interculturale e pronto per una magistrale in Giornalismo e Comunicazione Digitale. Italo-spagnolo e una grande passione, il calcio e il Barcellona.
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