
- di Andrea Ravasi
Inter: cosa sarai?
Come tutte le estati il mercato cambia la faccia di una squadra. Allora proviamo ad immaginare, in base ad arrivi, partenze e idee dei tecnici, ciò che potrà essere delle nuove squadre al via della serie A. Sappiamo che è un compito molto difficile e che probabilmente alla fine ci sbaglieremo, ma è un compito che ci intriga. E chi meglio di noi di Sportellate può fare ciò?!
Oggi, dopo aver provato ad analizzare e capire ciò che sarà il Milan, ci concentriamo sull'altro club di Milano. Che Inter sarà quella a cui sta lavorando Roberto Mancini?
L'anno scorso è stato uno dei più drammatici della storia nerazzurra e nemmeno il ritorno del Mancio sulla panchina ha ridato speranza e voglia di vincere, ma questa stagione siamo certi che sarà tutta un'altra cosa! L'Inter molto probabilmente si schiererà con un 4-3-1-2 o un 4-3-2-1 a seconda dell'arrivo di Perisic o Perotti (attenzione eventualmente a Mertens, Callejon o Gabbiadini in uno scambio con Jesus), i nomi più strillati da radiomercato per rimpiazzare Shaqiri.
La punta del '93 più forte in Europa
https://youtu.be/SoH3-AeAr_E
Partiamo dall'attacco: la coppia titolare, salvo stravolgimenti che non ci aspettiamo, sarà composta da Icardi e Jovetic, con Palacio pronto a subentrare. Icardi è un tipico attaccante d'area che non lascia scampo ai portieri avversari, già capace di segnare 22 gol a 21 anni nel precedente campionato, con una media realizzativa di una rete ogni 135 minuti che lo consacrano a migliore '93 d'Europa. Sarà affiancato dal montenegrino, uomo assist che apre gli spazi all'attaccante centrale, ma che comunque non disdegna la segnatura in prima persona.
In un ipotetico 4-3-1-2, Icardi farebbe il classico movimento ad elastico in verticale a portare il marcatore verso la trequarti, e una volta ricevuta palla, scaricherebbe a Jovetic o al trequartista, Hernanes al momento, per poi attaccare la profondità. Nel mentre Jo-Jo, oltre all'assistenza al compagno, potrebbe a sua volta compiere un movimento ad allargare il difensore centrale e creare lo spazio al rosarino, o ancora crossare in mezzo per lo stesso Icardi o per la mezzala che si è inserita: nell'undici che si sta delineando verosimilmente Brozovic. Naturalmente la mezza punta nata nel 1989 tenterà la via della rete anche in prima persona (dalla sua 2,55 tiri di media negli ultimi 3 campionati e una precisione nel centrare lo specchio che ammonta al 49,33%).
Jo-Jo che disegna calcio...
Tutto molto facile sulla carta, ma se la banda di Mancini riuscirà ad applicare questi schemi, siamo sicuri che Maurito sfonderà il muro dei 25 gol in serie A. L'incognita principale riguarda le condizioni fisiche dell'ex City: se non si infortunerà ogni due partite, davanti i meneghini non avranno rivali, diversamente si può prospettare qualche difficoltà ad arrivare alla conclusione. Fermo restando che Palacio continua a rappresentare un appiglio più che valido.
Inoltre, con l'arrivo di Perisic, o chi per lui, molto probabilmente l'Inter avrà in rosa un esterno dotato fisicamente, capace di saltare l'uomo per andare sul fondo a crossare come di dettare l'ultimo passaggio in verticale. Che permetterebbe al tecnico jesino di passare al 4-3-2-1 o 4-3-3 con Palacio largo al posto di Jovetic.
Per completare il discorso, davanti vogliamo suggerire a Mancini un vice Icardi, visto che dopo la partenza in prestito di Longo al Frosinone rimane un buco. Il nome ideale sarebbe stato il neo bolognese Destro, alla luce anche del suo passato da canterano. In alternativa quindi il bomber di scorta Matri, che il Milan lascerebbe partire senza troppi problemi.
Mancheranno i suoi lampi? Chi scrive pensa di no, a patto che arrivino altri rinforzi. Altrimenti l'assenza del genio intermittente di Kovacic si farà sentire.
Per quanto concerne il centrocampo, i nerazzurri si apprestano a giocare col rombo, o comunque tre giocatori a proteggere la retroguardia in caso di tridente. Nel primo caso si schiererebbe con Gnoukouri-Medel-Kondogbia, più uno tra Brozovic e Hernanes trequartista, nel secondo con Guarin-Medel-Kondogbia. Quest'ultimo costituisce il cardine della mediana, l'uomo che che deve restituire solidità al reparto. Nell'ultima annata il francese è stato in grado di vincere l'86% dei tackle e l'87% dei contrasti aerei, ed è proprio questo lavoro che Mancini si aspetta da lui e Medel, ossia il recupero palla figlio pure dell'elevata fisicità dei due colossi, e l'appoggio a Gnoukouri, che nella stagione della consacrazione (?) avrà il compito di innescare gli attaccanti.
In questo assetto con il fantasista dietro le punte, Hernanes dovrebbe occuparsi, al di là della ricezione della sfera tra le linee e della conseguente rifinitura della manovra, di azionare il primo pressing e rubare la palla più in alto possibile. Un lavoro non propriamente nelle sue corde.
Un ipotetico terzetto Gnoukouri-Medel-Kondogbia risulta molto interessante anche per motivi anagrafici, poiché rappresenterebbe uno delle mediane più giovani della lega, con una media di 22,6 anni che potrebbe scendere addirittura a 21 netti con Brozovic al posto di Medel. Invece nell'assetto con Guarin, il colombiano, pur tra mille alti e bassi, è la scheggia impazzita in grado di elettrizzare la squadra con i suoi coast to coast palla al piede e i suoi tiri ignoranti.
Guaro e i due mesi da animale. Peccato la stagione ne contempli altri 7...
https://youtu.be/BSTWkOUY_CY
Cosa manca? Un "cervello" abile a dettare i tempi dell'uscita palla, la cui assenza potrebbe diventare fatale, sopratutto con avversari che si chiudono molto.
Dal suo mazzo, Mancini può calare anche la carta dei calci da fermo, col profeta Hernanes che, dopo la partenza di Pirlo, si appresta a diventare il punizionista principe del torneo. Sempre che i vari Totti, Di Natale, Pjanic e Gabbiadini abbiano voglia di cedergli lo scettro. E poi c'è la possibile sorpresa del già citato Gnoukouri, un '96 che ci auspichiamo titolare. Così come ci auspichiamo che la sua promozione in prima squadra abbia fatto saltare l'arrivo di Felipe Melo.
Sperando di non dover più vedere un inizio manovra così...
Concludiamo la nostra analisi con la difesa, il reparto più disastroso dello scorso campionato (48 gol subiti).
Ampiamente rivoluzionata, e verosimilmente formata da Montoya, Miranda, Murillo e Santon, sebbene Ausilio continui a cercare un nuovo terzino sinistro (Criscito il nome più suggestivo). Una retroguardia nuova di zecca (fatto salvo Santon, nessuno dei vecchi titolati, su tutti capitan Ranocchia, dovrebbe partire titolare) e sulla carta ben assortita, con Miranda leader difensivo capace di vincere ogni sorta di duello fisico (non inganni la fisionomia gracile) e Murillo centrale veloce e feroce sulle caviglie avversarie come la Copa America ci ha dimostrato. Sugli esterni due terzini che sanno crossare, cosa che i precedenti non sapevano minimamente fare, e garantiscono affidabilità sia in fase di spinta che in quella di copertura, anche se le reti estive subite denotano ancora un difetto di attenzione sulle diagonali difensive.
Anche i ricambi (da Ranocchia a Juan Jesus, passando per D'ambrosio e Dimarco) sembrano funzionali. Nota di merito per Dimarco, che ci auguriamo riesca a ritagliarsi il suo spazio: un giocatore molto promettente e dotato di un bel sinistro, a dispetto della carta d'identità ('97).
Un solo dubbio: l'adattabilità al calcio italiano e la compatibilità tra gli stessi giocatori.
Quest'anno non li vedremo più giocare assieme, fortunatamente.
L'Inter sembra un bel progetto: se troverà la quadratura, sarà al pari della Roma la vera rivale delle Juve, che pare essersi indebolita.
Il difficile spetta a Mancini, che dovrà assemblare l'organico a sua immagine e somiglianza: bella e determinata.
Sperando che sull'inter non piova più. Perché questo era stato l'inizio della fine.
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Nato nel 1994 a Treviglio (BG), laureato in Management presso l'Università L. Bocconi. Tifoso interista dalla nascita e amante del calcio, un poco di buona musica non guasta mai. Collaboratore @Sportellate.
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