Chi è Mohamed Salah?
Dopo la doppietta di Mohamed Salah in coppa Italia in casa della Juventus (2-1 per la Fiorentina il finale), abbiamo provato ad interrogarci sull'identità dell'egiziano. Ecco una carrellata di possibili risposte. Tra il serio ed il faceto.
1) Giovani dos Santos. Per posizione (mezze punte mancine che amano partire dal centro-destra per poi convergere verso la porta) e, se vogliamo, curriculum. Dopo l’approdo in un top team (il messicano dalla cantera del Barcellona alla prima squadra, l’egiziano dal Basilea al Chelsea), un piccolo passo indietro per trovare la propria dimensione ed esplodere. Il primo al VIllareal, il secondo alla Fiorentina. Paragone ardito, ma neanche così forzato.
2) Arjen Robben. Per la capacità di dribblare nello stretto (con la differenza che Salah possiede un repertorio ben più ampio rispetto all'olandese), come per la forza esplosiva e la lucidità una volta scattati ai mille all'ora.
3) Un mago. Perché, al di là delle sue doti balistiche, il richiamo al mago Silvan e alla sua celeberrima “Sim sala bim” è immediato. Tanto che pure la Gazzetta stamane in prima pagina ci ha giocato.
4) Il Messi d’Egitto. Altra metafora in voga nell’ambiente pallonaro. Anche se di tratti comuni, a parte il piede preferito e l’attitudine offensiva, non se ne vedono granché.
5) Raheem Sterling. Per la battuta di gambe, la frequenza della corsa, ma soprattutto per quella tendenza che hanno sia l’anglo-giamaicaino sia l’ex Basilea a trascinarsi le gambe. Quasi come se pattinassero sul terreno di gioco.
6) Un pacchetto di tweet dei suoi ex compagni di squadra in estasi per lui ieri sera. Ma anche la pagina facebook della Fiorentina intasata dai commenti dei suoi connazionali da ormai un mesetto a questa parte.
7) Juan Manuel Iturbe. Perché l’ha detto Maurizio Pistocchi, il decano in similitudini pallonare capace di paragonare il fresco campione d’Europa Arjen Robben (era il 2013) a niente popo di meno che Alessio Cerci. Scherzi a parte, da apprezzare comunque la finezza del confronto Salah-Iturbe, risalente ad un paio di anni fa. Quando cioè il classe '92 militava nel Basilea, mentre il romanista nel River Plate.
8) “Vertigo” degli U2. Perché dopo il 3 c’è già il 14. Per Bono ma anche per Salah. Il susseguente assolo di chitarra e batteria una scarica di adrenalina equiparabile ad una sua fuga in campo aperto. In cui scala le marce senza soluzione di continuità. Passando dalla terza alla – concedetecelo - quattordicesima.
9) Stefan Savic. Perché se il difensore classe ’91 arrivò nel 2012 come contropartita nell’operazione che portò Nastasic al Manchester City per 17 milioni di euro, il fantasista africano a gennaio è giunto in prestito a Firenze nell’affare Cuadrado, passato al Chelsea per 33 milioni. Della serie: solo affari low cost con l’Inghilterra. Ma le affinità col montenegrino terminano qui.
10) Earvin Ngapeth. Provate a guardarli e a dire che non sono due gocce d’acqua. Per la cronaca, Ngapeth è un eccentrico schiacciatore della Parmareggio Modena. Entrambi in possesso di un talento smisurato, ma questa è un’altra storia…
Ti potrebbe interessare
Dallo stesso autore
Associati
Newsletter
Iscriviti e la riceverai ogni sabato mattina direttamente alla tua email.