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- di Alberto Paternò

Autointervista a Mister Maurizio Sarri.


Una delle sorprese di questa  Serie A è l'allenatore dell' Empoli Maurizio Sarri. Nato a Napoli, ma toscano di adozione, l'allenatore della squadra azzurra ha messo paura a tutte le grandi: dalla Juventus alla Roma, passando per Napoli, Inter e Milan. Ma è anche un modello per tutti coloro che hanno lasciato tutto per realizzare il proprio sogno. Dalle serie minori al debutto in Serie A, la strada è stata lunga e tortuosa.


Per conoscerlo meglio, ecco un' intervista esclusiva all'allenatore che al bar tutti vorrebbero vedere alla guida della propria squadra. In pochi mesi, da sconosciuto a uno dei tecnici più forti d'Italia. Certo a volte i media si innamorano di personaggi che poi, alla prima difficoltà vengono dimenticati, ma Sarri, nonostante il 16mo posto in classifica ha già raggiunto il successo e sembra proprio destinato a rimanere sull'Olimpo per molto tempo.

Sarri lei è arrivato in Serie A a 55 anni, un po' tardi?
"Non si può negare che ci sia un certo rammarico per il fatto che sia arrivato così tardi in alto. Stiamo parlando di uno dei migliori allenatori italiani a livello tattico, cosa che ho dimostrato  in tutti i campionati e in tutte le squadre che ho gestito. Dalle serie minori alla Serie A".

Il pubblico sta cominciando a conoscerlo solo ora, dopo i risultati ottenuti contro le grandi squadre. Ecco si può presentare al pubblico di Sportellate?
"Prima di tutto un saluto caloroso a tutti i lettori. Beh, Sarri è un maniaco nella gestione della linea difensiva, per cui preferisce seguire la palla e non l'uomo. Io non lo considero l'allenatore tipico, ma i risultati parlano da soli. L'approccio e la preparazione per la partita è curata con grande dettaglio, prepara i giocatori in tutti gli aspetti riguardanti il proprio avversario, al punto da scrivere una tesi per il corso di Coverciano su questo argomento, naturalmente risultando il migliore del proprio corso. I giocatori, che lo seguono alla lettera, crescono con lui in un modo notevole. Regini e Saponara sono due esempi attuali".

Chi ha veramente creduto in lei, mister Sarri?
"Oramai in Serie A si è più un manager che un allenatore. Pochissimi lavorano e investono il loro tempo per far crescere i giovani. E d'altra parte, Sarri, il grande mister Sarri, deve ringraziare il nostro direttore sportivo Carli, uno dei principali artefici della crescita di me medesimo mister Sarri. Carli è l'artefice del successo del settore giovanile dell'Empoli e con Sarri ha un 'feeling' immediato che ha prodotto importanti risultati. Ciò è stato ulteriormente cementato dalla fiducia mostrata dal proprietario Corsi. L'Empoli si autofinanzia con gli utili realizzati dalle plusvalenze sugli acquisti e con la vendita dei nostri  giovani più promettenti. Con Sarri si è portato alla ribalta Verdi, Rugani, Regini, Valdifiori, Saponara e Pucciarelli. Alcuni son già finiti nelle mire dei grandi club, per altri è solo una questione di tempo".

In passato, il suo carattere ruvido  è stato additato come la causa principale della sua incapacità a risalire la classifica, è vero?
"Sarri è un individuo estremamente intelligente e sul piano culturale superiore rispetto alla media nel mondo del calcio. Un uomo di brillantezza unica e gentilezza altrettanto rara. Era considerato tutto perfettino perché va in campo sempre vestito con la tuta della squadra, piuttosto che in giacca e cravatta come i suoi colleghi: lui è un coach più preoccupato della sostanza che dell'immagine. Il calcio è la sua vita. Non si limita a dichiarazioni blande o ai soliti cliché nelle interviste, ma cerca di fornire  pensieri che richiedono qualche riflessione in più. Certo, forse avrebbe dovuto guardare come i suoi colleghi  rilasciano le interviste, ma non è certo il suo modo di fare. Preferisce lasciare il campo anche a dicerie e parlare. A livello umano è una persona molto piacevole da ascoltare e da cui si può imparare molte cose, inoltre vien da sé che si tratta di una persona molto umile e riservata".

Da  impiegato di banca ad allenatore di Serie A in 20 anni, è stato davvero questo il  percorso ?
"Si, mister Sarri ha iniziato la sua carriera nelle serie minori. Durante questo periodo ha allenato 17 squadre diverse in 20 anni e ha sempre fatto bene. E' molto strano che uno come lui sia arrivato così tardi nel grande calcio, ma ora si gode questo risultato, che ha sempre sognato. Il percorso dalla banca al campo è stata una scelta di vita obbligatoria. Dopo aver portato il Sansovino in Serie C2 si è trasferito alla Sangiovannese con tutte le aspettative del caso. Non era un semplice impiegato, ma un manager della banca Montepaschi. Andò in Serie B con il Pescara e lì ha lasciato il ruolo di manager per inseguire il suo sogno. Ricordo ancora le parole che mi sono detto, quella mattina, davanti allo specchio:"Sono determinato a fare una vita guidata dalla mia passione per il calcio". Ora, anche se i complimenti sono lusinghieri, egli rimane un tipo timido e introverso che ama trascorrere del tempo con la famiglia piuttosto che apparire sulle copertine dei giornali. E' il contrario di molti suoi colleghi, ma se c'è una meritocrazia nel calcio, Sarri merita davvero di rimanere in Serie A per lungo tempo".

Potrebbe mai allenare una grande squadra?
"Soltanto se gli dai fiducia. Quando ero a Pescara, c'è stata l'occasione per  andare in Serie A, ma non ero libero di portare il mio stile di gioco tra quei mediocri. A quel tempo impiegavo il 4-2-3-1, ora invece uso spesso anche il 4-3-1-2. Sarri ama il calcio con vigore ed è sempre stato convinto di poter avere successo affermando se stesso in panchina. A 55 anni ho l'entusiasmo di un ragazzino che ha cominciato a realizzare il suo sogno. Se fossi stato un politico, sarei stato un ideologo, non un parlamentare... Al riguardo sto parlando con il mio avvocato, un caro amico, e stiamo cercando di capire come "scendere in campo" e sfruttare politicamente queste mie straordinarie capacità e i miei numerosi estimatori".

Ah sì! Ne ho sentito parlare... i "#Sarrers"! Su twitter  sono il secondo gruppo di fan subito dopo i Directioners...
Esattamente, certo tutto questo cozza un po' con la mia modestia, ma sa, quando vieni lodato tutti i giorni... Però, Sarri non si monta la testa.

Giusto... ritornando alla domanda precedente, le confesso che non ho capito la risposta... Allora, secondo lei potrebbe mai allenare una grande squadra?
Per rendere più facile la comprensione, parto da una considerazione. Se un ragazzetto come Inzaghi allena il Milan, io dovrei essere il presidente degli Stati Uniti. E' chiaro ora? Poveretto, non ce l'ho con lui, ma penso che si sia bruciato troppo presto. Gli hanno dato responsabilità che sarebbe stato giusto dargli tra qualche anno... Del resto mica tutti sono mister Sarri. Io, io dovrei allenare il Milan! E la Roma, e il Napoli e la Juventus e...ma è evidente il complotto".

Quale complotto?
Garcia.

Non la seguo...
Il mondo del calcio è guidato da una cupola. Non ha visto Calciopoli? Ma chi parla viene fatto fuori. Il primo ad averci rimesso le penne è stato il mio grande amico Zdenek Zeman, che insieme a Mister Sarri va a costituire il Nucleo Rivoluzionario Armato contro il potere del calcio. Acronimo? Team Tabagismo. E la Coppa Italia è un torneo AntiSportivo... Il nostro prossimo progetto? BoikotTimCup...


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Va bene, va bene. Credo che l'intervista stia un po' degenerando. Senta, ormai siamo alla fine... A questo punto mi deve spiegare perché diamine parla in terza persona singolare!

"Chi, Noi???"

[ATTENZIONE: L'intera intervista è frutto della mia fantasia]... (si ringrazia per la foto il @SigGiancarlo... lo dico perché ogni tanto c'è qualche cane ( non faccio nomi: Chiamarsi Bomber senza apparenti meriti sportivi) che si impossessa dei fotomontaggi altrui spacciandoli per propria creazione.

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