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- di Michele Bosco

C'erano un interista, uno juventino e un napoletano...


Si, sembra l'inizio di una barzelletta, ma non lo è. Sono, invece, i protagonisti di una discussione nata nel gruppo di redazione su whatsapp. Una di quelle che "maledetto il momento in cui ci ho buttato l'occhio", perchè quando ci entri, non ne esci più.

Esordisce il tifoso bianconero, che lancia il sasso chiedendo quale fosse il parere in merito alle dichiarazioni di De Laurentiis e Benitez nel post-partita. All'inizio pare che nessuno raccolga, poi l'interista commenta che avrebbero fatto meglio a stare zitti, che è una sceneggiata che si sarebbero dovuti risparmiare.
Questa considerazione scatena gli juventini, che sembrano sentirsi quasi sollevati e giustificati a darci dentro e, ovviamente, una discussione nella quale entra anche l'unica "voce" napoletana, che è quella di chi scrive, ma che si mantiene (la discussione) più o meno tranquilla rispetto a tante altre che si leggono quotidianamente sui social network.
L'aneddoto appena descritto, in ogni caso, non vuole essere una discriminante verso nessuna delle correnti di pensiero. Ma prova ad introdurre una disamina magari più obiettiva e distaccata.
E qui veniamo ai protagonisti reali, a quelli che settimana dopo settimana sono oggetto di dialogo e troppo spesso, purtroppo, di litigi che vanno abbondantemente oltre il lecito. Questo perché, con ciò che dicono, determinano conseguenze molto più invasive rispetto a quanto concretamente facciano col loro "lavoro".
Niente, in merito a ciò, può essere più esplicativo di una serie di "virgolettati" raccolti facendo una breve capatina su Google:
Allegri quando era l'allenatore del Milan: "Con il gol di Muntari, scudetto al Milan". Allegri durante quella stagione: "La Juve farebbe meglio a stare zitta". Allegri dopo l'ultimo Napoli-Juventus: "Io degli arbitri non parlo mai, quindi non mi rompete le scatole". Buffon durante quel Milan-Juventus: "Non è gol". Buffon dopo Napoli-Juventus: "Se Benitez dice che la partita è stata condizionata non mostra sportività, noi dopo Doha siamo stati zitti". Marotta dopo Napoli-Juventus di domenica scorsa: "Questo è il campionato, qui non si vince con la lotteria dei rigori". E ancora: "E' facile attaccarsi alle decisioni arbitrali, quando invece hanno fatto una gara impeccabile". Benitez dopo l'ultimo confronto coi bianconeri: "Ci può stare", pronunciato in modo molto ironico. Mentre poco scherzoso, ma deciso, è stato De Laurentiis coi suoi tweet, in cui ha attaccato Tagliavento e i suoi collaboratori, chiedendone la sospensione "per molto tempo". L'ultimo che cito, forse però il più indicativo per rendere l'idea del clima, è Leonardo Bonucci, che con "Il fuorigioco di Caceres è millimetrico" e "La differenza fra noi è voi è che noi siamo in Champions e voi in Europa League", ha chiuso la contesa.Bonucci - La Juve in Champions, il Napoli in EL
Niente di strano, per carità, chiedere coerenza è probabilmente troppo per chi si "gioca" milioni di euro. Ma il buongusto di tacere, a volte, non dovrebbe mancare.
Le dichiarazioni di Marotta e Bonucci fanno trasparire quanto sia stata deludente la sconfitta in Supercoppa contro gli azzurri. Troppe precisazioni, troppa acredine per affrontare un tema che è all'ordine del giorno in casa bianconera. Ovvero difendersi dall'accusa, dell'avversario di turno, di aver subìto un torto arbitrale. Cosa che, lo stesso interista di cui sopra, in fin dei conti dovrebbe ricordare. Anche perché, niente di male a sottolinearlo, un errore come quello sul gol di Caceres, dopo il pareggio del Napoli che gioca in casa in un ambiente nel pieno dell'entusiasmo, a dieci minuti dalla fine, cambia l'inerzia della partita. Spezza le gambe, determina il risultato. Eccome.Immagine fuorigioco Caceres
De Laurentiis? Dopo mesi di silenzio, la partita di Doha gli ha fatto l'effetto opposto. Ne è uscito ringalluzzito, ha ripreso a parlare e, soprattutto, a twittare. Ma piuttosto che spiegare ai propri tifosi come procede il progetto, a che punto siano il nuovo stadio, il nuovo centro sportivo, la strutturazione della società o, meglio ancora, annunciare come solo lui sa socialmente fare un nuovo acquisto, non perde l'occasione di attaccare Tagliavento, guardalinee e classe arbitrale tutta. Dando un alibi alla squadra, all'allenatore e a se stesso. Il classico diversivo.
Quello che sfrutta anche Benìtez che, forse, avrebbe fatto meglio a spiegare i motivi di una prestazione comunque opaca, della mancanza di palloni giocabili per Higuaìn e Callejon e magari anche i quelli per i quali i suoi uomini hanno difeso in quel modo sulla ripartenza che ha determinato il 3-1 di Vidal.
Le considerazioni, analizzati velocemente i fatti, sono quindi semplici. Non avrebbero fatto meglio i bianconeri ad ammettere l'errore arbitrale e ad evitare certe repliche tanto pepate? Non è che forse sono tanto antipatici, in giro per l'Italia, proprio per questo atteggiamento e non per certi tipi di vittorie? Tutti possono sbagliare, ma costruire miti su questo è francamente stucchevole. Soprattutto dopo le figuracce che si mettono insieme in Europa, in un habitat realmente competitivo. E ancora: non sarebbe stato più corretto, da parte di ADL e dell'allenatore spagnolo, mostrarsi sì contrariati per l'accaduto, ma prendersi in ogni caso le proprie responsabilità per una stagione che, Doha a parte, resta oggettivamente molto deludente?
Il calcio italiano è diventato una zuffa. Si parla dell'esigenza di fare uno step verso il bel gioco, l'accettazione della sconfitta, la riorganizzazione di strutture e vivai che consentano di tornare protagonisti in Europa, e poi si assiste quotidianamente a tutto questo.

Il problema, il grande problema, è che i tifosi che assistono sono come i bimbi piccoli che ripetono pedissequamente quanto fanno i genitori. E ai quali, se non spieghi che "questo non si fa", rischiano di fare male a se stessi ed agli altri. Quando presidenti, dirigenti ed allenatori lo capiranno, forse davvero il movimento riuscirà a riprendersi il ruolo che aveva nel calcio internazionale fino a qualche anno fa. Perché un interista, uno juventino e un napoletano, possono tranquillamente andare d'accordo...

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