Niente di strano, per carità, chiedere coerenza è probabilmente troppo per chi si "gioca" milioni di euro. Ma il buongusto di tacere, a volte, non dovrebbe mancare.
Le dichiarazioni di Marotta e Bonucci fanno trasparire quanto sia stata deludente la sconfitta in Supercoppa contro gli azzurri. Troppe precisazioni, troppa acredine per affrontare un tema che è all'ordine del giorno in casa bianconera. Ovvero difendersi dall'accusa, dell'avversario di turno, di aver subìto un torto arbitrale. Cosa che, lo stesso interista di cui sopra, in fin dei conti dovrebbe ricordare. Anche perché, niente di male a sottolinearlo,
un errore come quello sul gol di Caceres, dopo il pareggio del Napoli che gioca in casa in un ambiente nel pieno dell'entusiasmo, a dieci minuti dalla fine,
cambia l'inerzia della partita. Spezza le gambe, determina il risultato. Eccome.

De Laurentiis? Dopo mesi di silenzio, la partita di Doha gli ha fatto l'effetto opposto. Ne è uscito ringalluzzito, ha ripreso a parlare e, soprattutto, a twittare. Ma piuttosto che spiegare ai propri tifosi come procede il progetto, a che punto siano il nuovo stadio, il nuovo centro sportivo, la strutturazione della società o, meglio ancora, annunciare come solo lui sa socialmente fare un nuovo acquisto, non perde l'occasione di attaccare Tagliavento, guardalinee e classe arbitrale tutta. Dando un alibi alla squadra, all'allenatore e a se stesso. Il classico diversivo.
Quello che sfrutta anche Benìtez che, forse, avrebbe fatto meglio a spiegare i motivi di una prestazione comunque opaca, della mancanza di palloni giocabili per Higuaìn e Callejon e magari anche i quelli per i quali i suoi uomini hanno difeso in quel modo sulla ripartenza che ha determinato il 3-1 di Vidal.
Le considerazioni, analizzati velocemente i fatti, sono quindi semplici. Non avrebbero fatto meglio i bianconeri ad ammettere l'errore arbitrale e ad evitare certe repliche tanto pepate? Non è che forse sono tanto antipatici, in giro per l'Italia, proprio per questo atteggiamento e non per certi tipi di vittorie? Tutti possono sbagliare, ma costruire miti su questo è francamente stucchevole. Soprattutto dopo le figuracce che si mettono insieme in Europa, in un habitat realmente competitivo. E ancora: non sarebbe stato più corretto, da parte di ADL e dell'allenatore spagnolo, mostrarsi sì contrariati per l'accaduto, ma prendersi in ogni caso le proprie responsabilità per una stagione che, Doha a parte, resta oggettivamente molto deludente?
Il calcio italiano è diventato una zuffa. Si parla dell'esigenza di fare uno step verso il bel gioco, l'accettazione della sconfitta, la riorganizzazione di strutture e vivai che consentano di tornare protagonisti in Europa, e poi si assiste quotidianamente a tutto questo.
Il problema, il grande problema, è che i tifosi che assistono sono come i bimbi piccoli che ripetono pedissequamente quanto fanno i genitori. E ai quali, se non spieghi che "questo non si fa", rischiano di fare male a se stessi ed agli altri. Quando presidenti, dirigenti ed allenatori lo capiranno, forse davvero il movimento riuscirà a riprendersi il ruolo che aveva nel calcio internazionale fino a qualche anno fa. Perché un interista, uno juventino e un napoletano, possono tranquillamente andare d'accordo...