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- di Valter Pesci

Milan: disfatta e resurrezione.

Finalmente questa disastrosa stagione rossonera sta per finire. Constatato ciò, vediamo di fare un po' il punto della situazione in casa Mian dopo una delle annate più deludenti dell'intera storia del club di via Turati.

Cominciamo parlando di Clarence Seedorf, additato da molti come capro espiatorio della disfatta della sua squadra, tanto da acclamarne l'esonero dopo appena una manciata di mesi dall'ingaggio come ct. E' evidente, però, che la colpa di tutto quello che sta accadendo non è da attribuire all'ex fenomeno olandese il quale sì, avrà dimostrato tutta l'inesperienza che, a dir la verità, chiunque si aspettava di riscontrare in lui, ma a cui certamente non si poteva chiedere molto di più data appunto la sua completa mancanza di navigazione in ambito panchina. Con ciò voglio dire che certamente non ha messo in mostra doti di spicco nella gestione della squadra sia in campo (sbagliando spesso formazione e cambi) che fuori; ma anche che con quel poco che ereditava e nella situazione in cui ha preso le redini, difficilmente si potevano raggiungere risultati migliori dei suoi (n.b. 32 punti totalizzati dal suo arrivo).

Il vero problema semmai è la totale decadenza (gestionale e di stile) che ha dimostrato la dirigenza, con un Berlusconi troppo assente economicamente e troppo presente in alcune molto discutibili scelte, tra cui appunto la scelta di Seedorf a discapito di Allegri, l'affiancamento di Barbara a Galliani e le continue dichiarazioni, seguite da pronte smentite, di un allontanamento del DG in questione. Quest'ultima soprattutto, figuraccia tanto inspiegabile quanto inaspettata in un ambiente che si era sempre distinto per essere il più accorto e lungimirante in ogni ambito della sfera societario-sportiva, non ultimo il rispetto per le figure storiche del club e per i singoli individui.
E' altrettanto evidente che tutto questo caos sia un riflesso della confusione presidenziale che da qualche anno a questa parte si è più volte manifestata. Il presidente si è preoccupato solamente di cercare di far quadrare il bilancio, eliminando ogni spesa "inutile" e ogni investimento. Ma si sa, nel calcio di oggi se non si sborsano fior di quattrini non si va tanto lontano. Perciò è più che mai inutile, quanto irrispettoso nei confronti di tutti (tifosi in primis), pensare solo al risparmio e sostenere in seguito di avere una rosa competitiva su tutti i fronti, come spesso ribadito dalle alte sfere rossonere nel corso delle ultime stagioni, quando è chiaro che il valore della rosa sia andato via via diminuendo fino a raggiungere minimi storici.
L'unica soluzione possibile è dunque quella di tornare ad investire somme considerevoli nel mercato e non certo quella di rimpiazzare uno dei più grandi DG della storia del calcio che ha fatto spesso la fortuna del club nell'ultimo ventennio.

Per quanto riguarda l'aspetto strettamente calcistico invece, urge una totale rivoluzione della rosa, alcuni dei colpi di mercato necessari potrebbero essere i seguenti: un portiere di prospettiva che possa gradualmente rimpiazzare l'ormai troppo altalenante Abbiati (un nome potrebbe essere il giovane Scuffet); un difensore centrale di livello internazionale; eventualmente un terzino per il dopo Abate; assolutamente un centrocampista centrale di alto livello (Yaya Touré sarebbe un sogno) e magari anche un altro di medio-alto livello; infine servirebbe un attaccante di qualità in grado di risolvere veramente le partite (non un bambinone viziato e sopravvalutato come il buon Mario). Altro punto fondamentale per la rinascita è quello di cominciare al più presto a dare spazio ai giovani di grandi prospettive, uno su tutti il gioiellino Mastour, che se cresciuto come si deve si rivelerà un autentico fuoriclasse. E' necessario in seguito l'acquisto di un buon allenatore (Montella, Donadoni...), al quale mettere a disposizione una squadra competitiva. Non si può continuare a chiedere miracoli a poveri Cristi che si trovano per le mani solo scarti di scarti e giocatori a parametro zero, e a sottoporli a ridicole pressioni imponendo loro di vincere nonostante le evidenze dimostrino l'impossibilità di raggiungere traguardi. Situazioni kafkiane come quelle viste e riviste ultimamente non devono più accadere.

Ultimo punto ma sicuramente non meno importante: rivoluzionare il settore giovanile investendo su bravi osservatori che vadano a scovare in giro per il mondo giocatori di QUALITA' e non sempre i soliti facchini, corridori e maratoneti tutta quantità e zero tecnica. Il modello spagnolo deve essere preso d'esempio.
Certo, detta così sembra facile da realizzare, e siamo tutti ben consci che la realtà oggigiorno è molto dura e un tale progetto non può essere realizzato in breve tempo; ma ahimé, questa sembra proprio l'unica soluzione per poter tornare grandi ai livelli che competono a una società come il Milan. Per concludere, se l'attuale presidenza continua a rivelarsi incapace di poter portare un rinnovamento tale, sarebbe caldamente consigliata la vendita della società a qualcuno che i soldi li possa spendere.
E' indubbiamente triste che si arrivi a un punto in cui ci si vede costretti a cedere una società a magnati stranieri, sicuramente meno tifosi e meno coinvolti emotivamente ma che di contro assicurano un maggiore impegno economico; ma ormai il calcio che conta ha preso questa strada, si sta riducendo tutto a una questione di denaro e se non ci si adegua si rischia di cadere in un baratro da cui difficilmente si uscirà a breve termine.

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