
- di Gian Marco Porcellini
Le schegge del Porce: fenomeni veri e fenomeni da baraccone.
1) Top e flop in casa Juventus, vittoriosa 1-0 in quel di Catania. Pirlo neanche a dirlo sopra le righe, protagonista nella ripresa dell’ennesima lezione in carriera di architettura applicata al calcio. Bene anche Caceres, finalmente degno sostituto di Barzagli, che di settimana in settimana sta trovando condizione e fiducia. Fossi in Marotta invece ad oggi non riscatterei Osvaldo. È evidente come l’italo argentino non si sia ancora integrato nel sistema di gioco bianconero (la Juve è solita appoggiarsi su Llorente che riceve spalle alle porta e scarica, “Johnny Depp” dal canto suo preferisce attaccare la profondità), ma un centravanti con una simile struttura fisica non può perdere tutti quei palloni. 18 milioni per accaparrarselo in questo momento rappresentano uno sproposito.
Ps: faccio ammenda riguardo le critiche mosse a Juventus e Fiorentina la settimana precedente. La partita di Europa League del Franchi a mio avviso è stata bellissima, un bel prodotto made in Italy degno di esportazione.
2) Scoperto il motivo della sfilza di “vaffa” pronunciata da Maicon all’indirizzo di Benatia durante Chievo-Roma 0-2. Pare infatti che il marocchino abbia chiosato “il kebab è meglio della farofa brasiliana”, scatenando le ire dell’ex Inter.
#cottiedesauriti.
3) Cos’ha combinato Schelotto, al terzo gol da quando è arrivato al Parma a gennaio (una media addirittura di uno ogni 80 minuti)? Ha bevuto la pozione di Asterix e Obelix? Ci illuminerà Adam Kadmon nella prossima puntata di “Mistero”.
4) La Fiorentina torna a sbancare il San Paolo di Napoli (1-0) a distanza di 4 anni, ma la vittoria non può cancellare una prova incomprensibilmente timida e compassata. Buon per la viola che il Napoli, padrone del campo nella prima mezzora, abbia sbagliato puntualmente l’ultimo passaggio, e che si sia visto Ghoulam cacciare dall’arbitro. Nonostante più di un tempo in superiorità numerica, la squadra di Montella, che pure aveva inserito Ilicic al posto dell’impalpabile Bakic passando al 4-2-3-1, non è mai riuscita a cambiare passo ed imporsi, portandosi in vantaggio soltanto nel finale, favorita dalla maggior stanchezza imbarcata dai partenopei. Tra gli azzurri pollice recto per Callejon, encomiabile per applicazione nella doppia veste di terzino-attaccante.
5) Dopo la doppietta di Giacomo “Jack” Bonaventura con cui ha steso l’Inter (2-1 per l’Atalanta a San Siro), è fin troppo facile arrogarsi la paternità della scoperta del campioncino marchigiano cresciuto a pane e Del Piero. Personalmente però da fantallenatore accanito posso dire che gli avevo già messo gli occhi addosso nel lontano 2010-’11, anno in cui vinse la serie B con gli orobici, e di aver puntato fermamente su di lui in questi 3 campionati in A. Un triennio in costante crescita, culminato con gli ultimi 4 mesi di altissima fattura, da quando cioè è rientrato a fine novembre dall’infortunio alla coscia, fatti di dribbling, corse, sgommate, diagonali difensive. E gol, 5 in questo 2013-’14, 3 nelle ultime 2 giornate. Esterno alto di sinistra in grado indifferentemente di andare sul fondo come di attaccare la porta, rappresenta una merce, quella che un tempo rispondeva al nome di “ala”, sempre più rara per il calcio italiano. Perché allora, big nostrane e non, non scommettere su di lui?
6) Volevo parlare dell’ignobile Bologna, che malgrado la sua pochezza è in piena corsa per la salvezza data l’imbarazzante concorrenza, ma fortunatamente la notizia del rinnovo in azzurro di Cesare Prandelli fino al 2016 mi fornisce un eccellente assist per sviare. Bistrattato e criticato a volte per il discutibile codice etico, altre quasi per sport (perché si sa, in Italia siamo 60 milioni di commissari tecnici), troppo spesso ci si dimentica dove eravamo nell’estate del 2010. Sotto un treno, schiaffeggiati ai mondiali da Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia, con una rosa bollita. Di lì l’inizio di un nuovo ciclo, dove, in barba alla nostra tradizione catenacciara, intervallata da qualche sprazzo di bel calcio con Bearzot e Vicini, il gioco è divenuto il filo conduttore di questa nuova gestione. E pazienza se in amichevole battiamo malapena il San Marino, ciò che conta sono le competizioni ufficiali. Dove mi pare che i risultati siano dalla sua.
7) Colpi proibiti, sceneggiate, giocate di classe, gol a pioggia ed emozioni a go go. In una sola parola: spettacolo. È stato un clasico che non ha assolutamente tradito le attese, anzi, è andato ben oltre. Un match che si è colorato di blaugrana, al termine di 90 minuti dalla sceneggiatura priva di un motivo centrale, ricca di colpi di scena senza soluzione di continuità. Ha prevalso il Barcellona 4-3 malgrado l'inerzia dopo i primi 40 minuti sembrava tutta dalla parte dei padroni di casa del Real Madrid, in cui Di Maria, libero di scorrazzare sulla sinistra ed ispirare Benzema, a sua volta pienamente a suo agio, complice la marcatura accomodante di Mascherano. Invece gli uomini di Martino, presi per mano da un Iniesta che, se schierato nei 3 davanti, rappresenta ancora un fattore determinante, hanno reagito facendo leva pure sul talento del ritrovato Messi, in rete 3 volte. E vincitore della sfida nella sfida con Ronaldo, insolitamente diligente e nulla più, in una notte in cui si è segnalato, oltre che per il tuffo a scoppio ritardato grazie al quale si è guadagnato un rigore, per le dichiarazioni sconcertanti nel post partita (“l’arbitro ha favorito il Barcellona, qualcuno voleva che il campionato venisse riaperto”). Ad ogni modo, un grazie vivissimo a tutti quanti i 22 scesi in campo, meno che a Busquets e Pepe, protagonisti una volta di più coi loro “siparietti” all'insegna di pestoni e simulazioni a gioco fermo al limite del ridicolo. Un grazie anche ai due fuoriclasse di Fox Sports che hanno commentato quest’incontro, Hernan Crespo e Stefano Borghi. #porqueelclasicoesmagico.
8) La 31a giornata di Premier League in pillole: a) Wenger “festeggia” le 1000 panchine con l’Arsenal buscandone 6 dal Chelsea e a fine partita fa dell’autoironia:“Dovremmo chiedere alla federazione di non giocare più all’ora di pranzo”. Chapeau Arsène; b) sempre in Chelsea-Arsenal, Oxlade Chamberlain compie una parata degna di Szczesny, eppure l’arbitro Marriner non espelle lui per fallo di mano, bensì Gibbs. I famosi scambi d’identità; c) Yaya Touré, di professione centrocampista, è il terzo cannoniere del campionato. Grazie inoltre alla tripletta al Fulham (fantastico il piazzato di interno destro dai 25 metri), svalica quota 50 gol con la maglia del Manchester City. “Bravino”; d) Rooney contro il West Ham segna da casa sua e prova a dare un minimo di continuità al rattoppato Manchester United. Highlander; e) la S&S&S Suarez, Skrtel e Sturridge rifila 6 reti al Cardiff. E il Liverpool, alla sesta vittoria di fila, continua a sognare. Simply fabulous.
9) Per una Liga apertissima, una Ligue 1 ormai strachiusa dopo l’1-1 interno del Monaco col Lille. Monegaschi turbati dalla presunta lite tra Ranieri ed Abidal, non convocato sebbene fosse pienamente ristabilito, ma che non devono dimenticare da dove vengono, la Ligue 2, e non sputare sopra a questo secondo posto. Un ottimo punto di partenza verso un futuro radioso.
10) Off topic: bravi quanto vuoi i telecronisti di Sky, ma il motomondiale senza Guido Meda non è più la stessa cosa. Sarà stato anche spudoratamente pro Valentino, ma la competenza e il pathos che sapeva miscelare e trasmettere in compagnia ora di Loris Reggiani, ora di Giulio Rangheri, ora di Max Temporali, sono pressoché inarrivabili. Guido I miss you.
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE...
Cos’è sportellate.it
Dal 2012 Sportellate interviene a gamba tesa senza mai tirarsi indietro. Sport e cultura pop raccontati come piace a noi e come piace anche a te.
Newsletter
Iscriviti e la riceverai ogni sabato mattina direttamente alla tua email.
Canale YouTube
La famosa "A" di Franco Armani e molto altro.
Segui il nostro canale youtube per non perderti i nostri video.