
- di Daniele Bettini
Tu chiamale se vuoi, emozioni da punizioni…
Nel ritorno degli ottavi di Europa League giocati tra Fiorentina e Juventus all’Artemio Franchi, è un’altra magia da calcio piazzato di Andrea Pirlo a decidere la sfida e a garantire alla squadra di Antonio Conte l’accesso ai quarti di finale. Ecco così che il numero 21 bianconero bissa la splendida punizione calciata domenica sera a Marassi, gol che non fanno che consacrare ulteriormente un campione internazionale.
Lucio Battisti cantava così in una delle sue più famose canzoni, “Emozioni”. Ognuno di noi prova qualcosa a seconda del fenomeno che più lo colpisce.
In tutta sincerità, quando vedo giocare Andrea Pirlo mi emoziono. Classe, precisione, facilità, testa che pensa e gambe che agiscono senza quasi mai sbagliare. Poi arriva la sua mattonella: fallo al limite dell’area o in zona. Si avvicina. Calcia. E vedi il pallone finire nel set. Alto o basso che sia non fa differenza. Perché, comunque decida di tirare, mi emoziono.
Le lacrime ancora non è riuscito a strapparmele, ma sono convinto che qualcun altro più sensibile di me abbia ceduto a tanto splendore calcistico. Quanta gente ho sentito dire “come fa a emozionare il calcio”. Benissimo. Una risposta è: Alessandro Del Piero. Un’altra: Francesco Totti. Un’altra ancora: Andrea Pirlo.
Da tre anni ormai in bianconero, l’ex milanista sembra vivere una seconda giovinezza. Elemento fondamentale nel 352 di Antonio Conte, è l’architetto della squadra bianconera; quando non riesce a progettare, tutta la squadra ha problemi. A maggio compirà 35 anni, ma a vederlo in campo ne dimostra tranquillamente dieci in meno. Il suo cavallo di battaglia? Appunto, le punizioni
Ben quarantadue gol da calcio piazzato, di cui 25 realizzate in serie A, undici con la Juventus, solo Sinisa Mihajlović ha fatto meglio. Dalla maledetta a tutti i modi più completi e fantastici con cui il regista della Nazionale Italiana incanta tutto il mondo.
E il futuro? Sarà bianconero. L’ha detto l’a.d Beppe Marotta qualche settimana fa, l’ha confermato ieri Pirlo. "Mi sento benissimo e voglio continuare a divertirmi. Dove? Nella Juve, penso. L'ufficialità del rinnovo? Arriverà presto".
Passano i mesi e tifosi milanisti continuano a chiedersi per quale strano motivo la dirigenza lasciò partire Andrea tre anni fa, al tempo anche uomo spogliatoio e carisma da vendere. Lo stesso Adriano Galliani forse non ci dorme la notte quando vede giocare Andrea Pirlo. Il suo giocatore, da Brescia, che con astuzia e attenzione aveva portato a Milano. Prima le sue punizioni le vedeva sul terreno di San Siro, dalla tribuna. Ora le vede dalla tv, con la maglia bianconera.
Un piccolo contributo a questo campione.
Sono pur sempre emozioni, da punizione.
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