
- di Raffaele Campo
Jorginho: un trasferimento incognita
Uno dei colpi clou di mercato di questo fine settimana è stato sicuramente il passaggio del centrocampista italo-brasiliano Jorginho dall'Hellas Verona al Napoli di "Don Raffaè". Un trasferimento che mi lascia diverse perplessità . Due in particolare.
La prima è diretta alla società gialloblu: riusciranno gli scaligeri a continuare questa grandissima cavalcata per l'Europa senza il loro "cervello" di centrocampo? Saranno in grado Cirigliano e Donati di non farlo rimpiangere?
Il Verona sta disputando un campionato al di sopra delle aspettative. Mancavano in Serie A dalla stagione 2001/2002 e l'obiettivo era la salvezza. Ha concluso il girone d'andata con 32 punti e per la matematica permanenza nella massima serie ne mancano solo 7/8.
Ma perchè, a salvezza quasi raggiunta, non puntare più in alto, ad un posto per la zona Europa League?
La piazza lo merita. C'erano più di 10.000 abbonati anche durante i difficilissimi anni della serie C, nel primo in particolare (stagione 2007/2008) quando i gialloblu evitarono la retrocessione in C2 con un gol al 90mo di Zeytulaev nella gara di ritorno dei play-out contro la Pro Patria.
L'Europa League è ancora raggiungibilissima, ma la vedo molto più complicata senza la regia di Jorginho. Era lui che "dirigeva l'orchestra" di questo soprendente Hellas.
A mio avviso la societĂ aveva l'obbligo di tenerlo almeno fino a giugno. E' innegabile che tatticamente la squadra ha perso tantissimo.
Il mio secondo interrogativo va al Jorginho giocatore. L'italo-brasiliano, che un anno fa pareva vicinissimo al Milan, finora ha disputato un torneo praticamente perfetto. Imprescindibile nell'undici titolare di Mandorlini e rigorista infallibile dagli 11 metri.
Tuttavia questo è il suo primo campionato in Serie A. Non è forse un salto troppo grande andare al Napoli dopo soli 5 mesi nella massima serie?
Si, Jorginho in maglia azzurra lo vedo molto un'incognita. Intanto non sarà più titolare fisso e inamovibile in quanto i partenopei sono impegnati in tre competizioni, e inoltre l'impatto e l'ambientamento in una piazza appassionata ed esigente come Napoli non sono mai facili per un giovane appena arrivato in A.
Questo trasferimento mi ricorda in parte quello di Panagiotis Tachtsidis alla Roma nell'estate 2012. Il centrocampista greco, dopo una strepitosa stagione in Serie B proprio con la maglia dell'Hellas, bruciò le tappe troppo in fretta passando ai giallorossi di Zeman.
Il boemo ebbe il coraggio di preferirlo molte volte a De Rossi, responsabilità a mio avviso troppo pesante per un giocatore proveniente dalla Serie B. Tachtsidis alla Roma si rivelò un autentico flop, e la storia si è ripetuta in questi 5 mesi al Catania, dove era stato chiamato quest'estate per sostituire Lodi. Ora è appena passato al Torino. Il talento ce l'ha, ma è come se l'esperienza dell'anno scorso l'avesse "inibito". Doveva fare un percorso più graduale. Ventura dovrà recuperarlo prima di tutto dal punto di vista psicologico.
Con questo articolo non voglio assolutamente dire che Jorginho farà la fine di Tachtsidis, però lo ritengo ugualmente un salto troppo grande. Gli auguro il meglio e spero tanto di poter essere smentito.
In bocca al lupo, "Giorgio".
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