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- di Luca Zaghini

La noia

È rimasto qualcuno emozionato per le Finals? Ne dubito. Le finali di conference, pur essendo state inguardabili anche loro, almeno sono arrivate entrambe a gara 7: l'illusione è durata poco, l'hanno pestata via ai tifosi i leggendari mattoni di Houston e Boston. Con l'ultimo round non c'è pericolo. I Warriors, come si è era indovinato, sono offensivamente migliori e difensivamente neanche paragonabili, visto che i Cavs fanno vomitare su quel lato del campo e quando si presentano è una piacevole sorpresa. Sul 2 – 0, è possibile che si arrivi ad una quinta partita grazie al fattore campo, che ora torna a Cleveland, e che, come già l'anno scorso, si trasformerà in almeno una partita da duecento falli fischiati agli ospiti per 24 liberi di James, o giù di lì. Ma altrimenti, visto che anche se ne fa 51 tira ariaccia...
Cerchiamo però degli spuntini di interesse pure in questa finale.

Nick Young vs Jr Smith

La sfida di cartello per i fenomeni alternativi. L'anno scorso McGee ha vinto l'anello, quello prima Smith, questo sarà il momento di Young, questo luminare qui. Una settimana fa ha dichiarato che Dennis Rodman gli ha detto di difendere, in sogno: le vie del Signore sono proprio infinite.

Curry e Durant per l'MVP

L'anno scorso l'ex OKC ha vinto il trofeo, quest'anno sembra essere il turno di Curry che ha pure il record di bombe in una partita dopo gara 2. Teoria complottara: non è che si sono messi d'accordo per vincerlo ad anni alternati? E per quanto andrà avanti?

Tristan Thompson

Quest'anno il Tristan è stato un bel bidone, tanto da uscire pure dalle rotazioni per gran parte della stagione. Ma fuori dal campo, nessuna pietà. Forse venuto finalmente a conoscenza dalla temibile Kardashian Curse, più devastante della rottura del tendine d'Achille per un giocatore NBA, pare essersi dato da fare fuori dal pitturato e con poca misura, finendo su vari tabloid per le sue avventure newyorkesi in particolare. A quanto pare veniva raddoppiato e marcato stretto da alcune modelle, ma, fuoriclasse, riusciva comunque a far le sue giocate. Nel frattempo, la moglie era incinta per la terza volta e ha scoperto tutto qualche tempo prima di partorire. In queste Finals si è fatto notare in particolare per un'espulsione in overtime, così. E chissà quante gliene starà dicendo Draymond!

Perkins vive

Sembra uno scherzo, ma il Perk è tornato alle Finals, senza giocare. Non gli hanno neanche dato la borsa secondo me. I Cavs lo hanno firmato a fine stagione per fare spogliatoio, lui li ripaga in panchina dicendo “it's bullshit” ad ogni fischio dell'arbitro e facendo gli sgambetti a Curry. Ah, tra parentesi: Perkins ha 33 anni e non sto scherzando.

JAVALE

Game changer, dal frigo alla perfezione.

Ercole James

Va premesso che Lebron si ritrova questi compagni monchi perché li ha scelti lui e che certi li ha pure strapagati, quindi la simpatia può arrivare solo fino ad un certo punto. Però come si fa a non ammirare uno che fa letteralmente tutto in campo con dei morti come compagni? La situazione è quantomeno romantica. Purtroppo per lui, Jeff Green ha finito contro Boston le sue buone partite per l'anno. E i neuroni di Jr...

https://www.youtube.com/watch?v=7aKhAisjWCU

La rivincita di Love

Adesso Cleveland fa così schifo che nessuno se la prende più con Love, anzi, ce ne fossero!

Michael Jordan Clarkson

Clarkson, 3 – 13 nelle Finals, per qualche strano motivo pensa che, se si trova in campo con Lebron, non sia quello con il 23 a doversi prendere i tiri. Citando un amico, Clarkson tirerebbe pure sedie e divani se glieli passassero. Sarebbe interessante studiare il motivo di questo interessante fenomeno, ma le risorse non basterebbero mai.

The real MVP

Come riconosciuto dai tifosi alla Oracle, il vero MVP finora è stato JR Smith, con questa prodezza.

Pensava fossero sopra di uno. Non bastava avere Curry, Thompson e Durant contro, Lebron pure i suoi ha tra le balle. C'è da dire che almeno questa è una cazzata in grande stile, e non è neanche la prima volta che succede. Viene da chiedersi se Smith abbia mai saputo il punteggio di una partita in cui abbia giocato: anche per scoprire questo non basterebbero i fondi.

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Luca Zaghini, nato a Cattolica il 17 gennaio 1993. Laureando in Italianistica, appassionato di linguaggio e pallacanestro: le mie giornate (ed il mio cuore) sono come un pendolo che oscilla incessantemente fra i maggiori pensatori di tutti i tempi e i più grandi ignoranti pieni di sé che abbiano mai messo piede su un parquet. Fermo oppositore dei compromessi, mi concentro solo sugli estremi della gerarchia cestistica, NBA e campionato universitario bolognese. Già redattore della pagina Deportivo la Piadéina.

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